Inaugurare la mia stagione agonistica dell'anno 2021 con questa gara è stata davvero una bella batosta! Mi sono fatto ingannare semplicemente dal bellissimo video dove rappresentava questa corsa, dalla bella grafica del sito, dalle foto stupende, senza però analizzare a fondo la caratteristica del percorso e di che cosa si andava incontro.
Sto parlando della seconda edizione de "Brutal Trail", adatti per gli specialistici del trail running, che è andata in scena tra i filari del vigneto Ronco dell’Ulivo-Torraccia del Piantavigna a Ghemme (NO).
Questo enorme vigneto che per un giorno si era trasformato in un campo di "battaglia", completamente fuori dal normale, e che prevedevano tre distanze : "Wild" da 10 filari > up 10 down 5 km e 500 metri di dislivello positivo; "Strong" da 20 filari > up 20 down 9 km e 1.000 metri di dislivello positivo e "Brutal" da 40 filari > up 40 down 17 km e 1.800 metri di dislivello positivo (!).
Inizialmente mi ero iscritto quello da 20 filari, ma poi mi ero chiesto perchè non farla quella lunga visto che c'era di mezzo il viaggio abbastanza lontano, che forse non ci sarei più ritornato e così avevo cambiato distanza optando quella lunga, la Brutal ovvero la più brutta e anche la più... bastarda :-) !
Gli organizzatori hanno dovuto prima sperare ed attendere all'ultimo momento una risposta positiva dal Coni per poter dare il via a questa nuova edizione e soprattutto quello di poter richiamare gli atleti fuori regione con valido motivo a causa della normativa vigente sul Covid.
Solo pochi giorni fa avevano ottenuto il risultato che tanto speravano: competizione riconosciuto come interesse nazionale e non solo, ma era anche valevole come Campionato Nazionale Winter Trail Csen!
Arrivato sul punto di ritrovo e dopo aver fatto le solite operazioni pre-gara ero andato a vedere dal "vivo" il campo di gara e mi era bastato solo a vedere il primo filare per capire che oggi non c'era niente da scherzare!
La pendenza che si andava ad affrontare per ben 40 volte era proprio massacrante soprattutto col passare delle ore; inizialmente si riusciva a correre per i primi 50 passi grazie ad una leggera pendenza per poi cambiare il passo inchinando la testa verso in basso, mani sulle ginocchia per cercare di spingere tutto accompagnato dal rumore del fiatone e dai battiti che salivano sempre di più fino ad arrivare alla fine del filare per poi scendere in picchiata e ricominciare tutto di nuovo daccapo.
Ogni "corridoio" era lungo circa 200 metri e comprendeva una dura salita e una ripida discesa con un fondo abbastanza fangoso a causa di una leggera pioggia scesa durante la notte, ma che alla fine non ci aveva dato dei grossi problemi (per fortuna!).
... la fatica degli ultimi filari ...
I primi filari filava tutto liscio, tutto era divertente, tutto era spettacolare, ma col passare dei minuti e delle ore tutto diventava sempre più pesante, la stanchezza si faceva sentire sempre di più rendendo la prova sempre più difficile dove bastava veramente poco per mollare tutto quanto.
Gli ultimi filari erano diventati un'eternità, affrontavo le salite ormai sfinito, senza forze, cercavo di tenermi duro perchè non volevo assolutamente ritirarmi (parola che non esiste nel mio vocabolario!) e volevo portarla fino in fondo a tutti costi!
Dopo 2 ore molto abbondante ecco che con grande gioia (!?) affronto l'ultimo filare con la 40° salita da "incubo" e con la 40° discesa sofferente per poi ritornare al punto di partenza dove c'era il meritato traguardo! Alla fine ho concluso la prova col tempo di 2h 33' 58" classificandomi 43° posto su 168 finisher.